Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la proposta di Piano di Intervento di Rigenerazione Urbana presentata dai ricorrenti, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. I Piani di Intervento di Rigenerazione Urbana di iniziativa privata devono essere coerenti con il Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana (DPRU) del Comune, nonché con gli obiettivi e le modalità di presentazione stabiliti dal Comune stesso, anche attraverso atti regolamentari attuativi. L'Amministrazione comunale ha ampia discrezionalità nella valutazione della coerenza e dell'interesse pubblico di tali proposte, sindacabile solo per manifesta illogicità, arbitrarietà o evidente travisamento dei fatti. 2. Il commissario ad acta, nominato ai sensi dell'art. 2, comma 9-bis, della legge n. 241/1990 per la conclusione di un procedimento amministrativo, agisce in nome e per conto dell'Amministrazione sostituita, con i medesimi poteri di quest'ultima, senza che ciò comporti una perdita della legittimazione dell'organo ordinario a provvedere. Pertanto, il provvedimento adottato dal commissario ad acta è imputabile direttamente all'Amministrazione comunale. 3. Le previsioni del Piano Particolareggiato della zona B1, approvato anteriormente all'adeguamento del Piano Regolatore Generale alla legge regionale n. 56/1980, sono state fatte salve da tale adeguamento, limitatamente alle sole previsioni planovolumetriche non in contrasto con il nuovo strumento urbanistico. Pertanto, le destinazioni a viabilità contenute nel previgente Piano Particolareggiato B1 permangono efficaci, con la conseguenza che le relative aree sono prive di potenzialità edificatoria.