Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23998 del 23 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:23998PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La precedente assoluzione dell'imputato da contestazioni analoghe non può far ritenere sempre non credibili le parti offese, in quanto la credibilità delle dichiarazioni di queste ultime deve essere valutata caso per caso, tenendo conto di tutte le circostanze emerse nel processo, come ad esempio la testimonianza di un terzo soggetto che abbia riferito di aver sentito parte delle condotte contestate. Inoltre, l'animosità esistente tra le famiglie non può da sola far ritenere sussistente l'esimente della reciprocità delle ingiurie, essendo necessario che nell'occasione le parti offese abbiano posto in essere fatti ingiusti o pronunciato frasi offensive, tali da giustificare la reazione dell'imputato. In assenza di tali elementi, le condotte di ingiuria e minaccia dell'imputato devono essere ritenute penalmente rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) PU. AL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 4/2009 TRIBUNALE di SALUZZO, del 03/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA Arturo;

Udito il Procuratore Generale, dott. IZZO Gioacchino, che conclude per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1.- Il Tribunale di Saluzzo ha confermato la sentenza …

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