Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11900 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11900PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità penale dell'imputato per i reati di lesioni e minacce, può fondare il proprio convincimento sulle dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di ulteriori riscontri probatori, purché tali dichiarazioni siano logicamente e coerentemente motivate. La valutazione della credibilità della persona offesa e l'esclusione della scriminante della legittima difesa rientrano nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, il cui sindacato di legittimità da parte della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della sola logicità e coerenza della motivazione, senza poter entrare nel merito delle valutazioni di fatto. Analogamente, la determinazione equitativa del risarcimento del danno in sede penale, pur dovendo rispettare i criteri civilistici, è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito e non può essere censurata in sede di legittimità, se adeguatamente motivata, anche in assenza di una puntuale quantificazione analitica del danno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) BR. MI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1672/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 24/06/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GERACI Vincenzo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza …

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