Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24019 del 12 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:24019PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: I fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale e semplice documentale commessi prima dell'entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 5 del 2006 e del successivo Decreto Legislativo n. 169 del 2007, che hanno modificato i requisiti per l'assoggettamento dell'imprenditore al fallimento, continuano a essere previsti come reati, anche se in base alla nuova normativa l'imprenditore non potrebbe più essere dichiarato fallito. Ciò in quanto il principio di legalità penale, sancito dall'art. 2 c.p., impone di applicare la legge penale vigente al momento della commissione del fatto, a prescindere da eventuali successivi interventi normativi che abbiano modificato i presupposti per l'applicazione della disciplina fallimentare. La pronuncia liberatoria per "il fatto non costituisce più reato" deve pertanto essere annullata, in quanto il fatto contestato risulta ancora previsto come reato dalla normativa vigente al momento della sua commissione, pur in assenza dei presupposti per la dichiarazione di fallimento secondo la nuova disciplina.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di PORDENONE;

nei confronti di:

1) PE. GL. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/05/2007 TRIBUNALE di PORDENONE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MURA Antonello, che ha concluso per l'…

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