Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3818 del 25 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:3818PEN

Massima

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Il delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico protetto di cui all'art. 615-ter c.p. si configura quando il soggetto, pur essendo abilitato ad accedere al sistema, violi le condizioni e i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite dal titolare del sistema per delimitarne oggettivamente l'accesso, a prescindere dalle finalità soggettive che abbiano motivato l'ingresso. Pertanto, l'accesso effettuato da un ufficiale di polizia giudiziaria, titolare di credenziali idonee, ma per finalità estranee alle esigenze di ufficio e su richiesta di un terzo, integra gli estremi del reato di cui all'art. 615-ter c.p., in quanto viola il dissenso tacito del titolare del sistema, desumibile dall'oggettiva inosservanza delle prescrizioni impartite per l'utilizzo legittimo dello stesso. La valutazione della congruità della pena irrogata rientra nella discrezionalità del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo per manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa l'11/11/2015 dalla Corte di appello di Milano;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Agnello Rossi, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
(OMISSIS), con atto personalmente sottoscritto, ricorre per cassazione avverso la pronuncia indicata in…

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