Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropria di un bene mobile di valore appartenente alla pubblica amministrazione, di cui abbia il possesso o la disponibilità per ragioni del suo ufficio o servizio, integra il reato di peculato di cui all'art. 314 c.p., a prescindere dal fatto che tale possesso o disponibilità sia stato acquisito in violazione delle disposizioni organizzative dell'ufficio, salvo i casi di possesso meramente occasionale dipendente da evento fortuito. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che il bene sottratto abbia un valore economico, anche se non elevato, in quanto la norma penale mira a tutelare l'integrità patrimoniale della pubblica amministrazione. Il possesso qualificato dalla ragione dell'ufficio o del servizio non si limita alla competenza funzionale specifica del pubblico agente, ma comprende anche il possesso che gli consenta di inserirsi, di fatto, nel maneggio o nella disponibilità della cosa altrui, rinvenendo nella pubblica funzione o nel servizio anche la sola occasione materiale per porre in essere il comportamento appropriativo.