Cassazione penale Sez. I sentenza n. 38635 del 3 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:38635PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel disporre la confisca di beni sequestrati a seguito di una sentenza di condanna emessa ai sensi dell'art. 444 c.p.p. (patteggiamento), è tenuto a motivare in modo accurato ed approfondito la sussistenza dei presupposti di cui all'art. 240 c.p., trattandosi di una misura ablativa di carattere facoltativo. Tuttavia, l'opposizione, quale rimedio specificamente previsto dalla legge penale, riveste carattere esclusivo e deve essere inderogabilmente esperita dal condannato, non solo nell'ipotesi in cui il giudice dell'esecuzione abbia proceduto "de plano", ma anche quando abbia irritualmente proceduto nel contraddittorio delle parti, ex art. 666 c.p.p. Ciò al fine di apprestare un'adeguata tutela al privato nei cui confronti venga adottata la grave misura della confisca. Pertanto, il ricorso per cassazione, pur in presenza di un "error in procedendo", non è inammissibile, ma deve essere qualificato come opposizione e trasmesso al giudice dell'esecuzione competente per il prosieguo del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AD. AD. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 235/2009 GIP TRIBUNALE di SALERNO, del 02/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

lette le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio, il quale ha chiesto qualificarsi il ricorso come opposizione, con trasmissione degli atti al GIP del Tribunale di Salerno.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 2 dicembre 2009, il G.I.P. del Tribunale di Salerno, quale giudice dell…

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