Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28426 del 18 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:28426PEN

Massima

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La condotta offensiva e discriminatoria, anche verbale, nei confronti di una persona in ragione della sua razza, origine etnica o colore della pelle, integra la circostanza aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, prevista dalla legge, rendendo il reato procedibile d'ufficio e di competenza del Tribunale, a prescindere dalla querela della persona offesa. Tale condotta, infatti, manifesta un sentimento di avversione o discriminazione fondato sulla razza, l'origine etnica o il colore, immediatamente percepibile come connaturato all'esclusione di condizioni di parità, in violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminazione sanciti dalla Costituzione e dalla normativa internazionale. La circostanza aggravante deve essere formalmente contestata, anche con la specificazione degli elementi normativi rilevanti, al fine di assicurare il corretto esercizio dell'azione penale e la competenza del giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TO. PI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 44/2008 GIUDICE DI PACE di GEMONA DEL FRIULI, del 09/04/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione …

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