Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30746 del 11 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:30746PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza illecita, in assenza di una plausibile giustificazione circa le modalità di acquisizione dello stesso, integra il reato di ricettazione, anche nella forma del dolo eventuale, qualora l'agente abbia consapevolmente accettato il rischio che il bene fosse di provenienza furtiva. L'accertamento della responsabilità per il reato di ricettazione non richiede l'accertamento giudiziale della commissione del reato presupposto, né dei suoi autori, né della esatta tipologia del reato, potendo il giudice affermare l'esistenza del reato presupposto attraverso prove logiche. La mancata o non attendibile indicazione della provenienza del bene da parte del possessore è sintomatica della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. La motivazione del giudice di merito, che abbia valorizzato tali elementi per affermare la responsabilità dell'imputato, risulta esente da vizi logici o contraddittorietà rilevabili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2460/2008 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 13/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FODARONI ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito l'avv. (OMISSIS) (sost. proc. dell'avv. (OMISSIS)), difensore di …

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