Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 50287 del 22 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:50287PEN

Massima

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Il coinvolgimento attivo e consapevole di un pubblico ufficiale in un contesto di gravi illeciti amministrativi e corruttivi, anche successivamente al commissariamento dell'ente di appartenenza, giustifica l'applicazione di una misura cautelare personale, in ragione dell'elevata intensità del dolo, della spiccata professionalità criminale e del concreto pericolo di reiterazione dei reati, nonostante l'incensuratezza e la condotta collaborativa dell'indagato. Ciò in quanto il pubblico ufficiale, pur in presenza di contrasti interni al gruppo criminale sulla gestione degli illeciti, ha mantenuto consapevolmente i contatti e il coinvolgimento nell'attività illecita collettiva, dimostrando l'inidoneità di misure meno afflittive a scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati, anche di natura associativa, a tutela dell'integrità della funzione pubblica e della corretta gestione della cosa pubblica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 314/2015 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 28/04/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CITTERIO CARLO;
sentite le conclusioni del PG Dott. BIRITTIERI L., per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 28.4.15 il Tribunale del Riesame di Lecce ha sostituito la custodia cautelare in carcere applicata dal locale GIP in data 8.4.15 nei confronti d…

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