La premeditazione, quale circostanza aggravante del delitto di omicidio volontario, ricorre quando il proposito criminoso matura in un apprezzabile lasso di tempo, tale da consentire all'agente la riflessione sulla possibilità e sull'opportunità del recesso, e si mantiene fermo e costante dalla ideazione all'esecuzione del fatto, dimostrando così una maggiore intensità del dolo e una più spiccata capacità a delinquere. L'aggravante può essere estesa anche ai concorrenti che, pur non avendo direttamente premeditato il reato, hanno acquisito la conoscenza dell'altrui premeditazione prima di porre in essere il proprio apporto volontario alla realizzazione dell'evento criminoso. Ai fini della concessione o del diniego delle circostanze attenuanti generiche, il giudice deve valutare globalmente tutti gli elementi indicati dall'art. 133 c.p., senza essere tenuto ad un'analitica disamina di ciascuno di essi, essendo sufficiente che dia conto di quelli ritenuti rilevanti e decisivi. L'attenuante di cui all'art. 114 c.p. non può essere riconosciuta quando il reato è stato commesso da più di cinque persone in concorso tra loro, come previsto espressamente dal comma 2 della medesima disposizione.