Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il decreto di conferma dell'esecutività della variante n. 18 al PRGC, ha affermato il principio secondo cui la legittimità di un provvedimento urbanistico deve essere valutata alla luce del rispetto delle norme di legge e dei regolamenti applicabili, nonché della coerenza con gli strumenti di pianificazione superiori. In particolare, il Tribunale ha rilevato che le previsioni della variante impugnata, relative all'assoggettamento a PRPC di ogni tipo di edificazione rurale, all'inserimento delle attività agrituristiche tra quelle ricettive anziché agricole, all'introduzione di piani di sviluppo aziendali non previsti dalla legge regionale, alla limitazione delle superfici per abitazioni e cantine, nonché alle prescrizioni per movimenti di terra e realizzazione di serre, si pongono in contrasto con le disposizioni di legge e le direttive di pianificazione vigenti, comprimendo ingiustificatamente lo sviluppo delle attività agricole tradizionali. Pertanto, il Tribunale ha affermato il principio secondo cui gli strumenti urbanistici comunali devono essere adottati nel rispetto della normativa di settore e degli indirizzi di pianificazione superiore, senza introdurre limitazioni e vincoli che risultino sproporzionati e lesivi dello sviluppo delle attività agricole.