Cassazione penale Sez. I sentenza n. 27321 del 22 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:27321PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., può essere aggravato dalla morte della vittima quando i maltrattamenti, globalmente considerati, anche nell'ultimo episodio di violenza, abbiano idoneità concreta ad offendere il bene della vita, sicché il decesso finisce per costituire il naturale sviluppo dell'unitaria e abituale condotta di maltrattamenti. Tuttavia, qualora emerga una cesura temporale e logica tra le condotte di maltrattamenti e l'evento morte, provocato da lesioni e percosse brutali che non sono indicate come sviluppo naturale dell'unitaria condotta maltrattante, deve essere verificata l'idoneità di tali condotte a integrare il delitto autonomo di tortura, di cui all'art. 613-bis c.p. Il dolo eventuale, ai fini della configurabilità del reato di omicidio volontario, può essere escluso solo sulla base di un rigoroso accertamento, che tenga conto di una serie di indicatori, tra cui la lontananza della condotta tenuta da quella doverosa, la personalità e le pregresse esperienze dell'agente, la durata e la ripetizione dell'azione, il comportamento successivo al fatto, il fine della condotta e la compatibilità con esso delle conseguenze collaterali, la probabilità di verificazione dell'evento, le conseguenze negative anche per l'autore in caso di sua verificazione, il contesto lecito o illecito in cui si è svolta l'azione nonché la possibilità di ritenere, alla stregua delle concrete acquisizioni probatorie, che l'agente non si sarebbe trattenuto dalla condotta illecita, neppure se avesse avuto contezza della sicura verificazione dell'evento. Qualora il giudice del rinvio ravvisi la sussistenza del reato di omicidio volontario aggravato, gli estremi dell'assorbimento potranno eventualmente sussistere tra il reato di tortura e quello di omicidio volontario, ove la morte sia ritenuta conseguenza voluta dall'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. TOSCANI Eva - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MILANO;
dalle parti civili:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
nonche' da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
nel procedimento a carico di quest'ultimo;
avverso la sentenza del 09/03/2022 della CORTE ASSISE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BARBARA CALASELICE;
udito il Pubblico Ministero, …

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