Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, ai fini del mantenimento della custodia cautelare in carcere, deve essere effettuata dal giudice con riferimento alle specifiche caratteristiche del caso concreto, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti, quali la durata del tempo trascorso dai fatti, l'incensuratezza dell'indagato, l'eventuale emigrazione all'estero e il successivo rientro spontaneo in Italia, nonché l'assenza di notizie circa la prosecuzione di una presunta militanza associativa dopo i fatti contestati. Tali elementi, ove sussistenti, possono essere idonei a superare le presunzioni di legge relative alla pericolosità sociale del soggetto, anche in assenza di una prova positiva della rescissione del vincolo associativo, purché la motivazione del provvedimento dia conto dell'osservanza dei criteri di prudente apprezzamento delle fonti eteroaccusatorie e di necessaria specificità degli elementi concernenti l'appartenenza del singolo all'associazione criminosa.