Il provvedimento di cancellazione dall'elenco dei soggetti abilitati allo svolgimento di attività di raccolta di gioco mediante apparecchi con vincita in denaro, disposto dall'Amministrazione competente in ragione della sussistenza di condanne penali definitive a carico del legale rappresentante della società per reati riconducibili al gioco non lecito, non costituisce una sanzione accessoria o l'applicazione di una misura di sicurezza o prevenzione penale, ma origina dalla carenza di uno dei requisiti indispensabili per ottenere l'iscrizione nell'elenco medesimo, previsti dalla normativa di settore. L'Amministrazione, una volta accertata la sussistenza delle condanne penali, è tenuta ad esercitare un potere vincolato e non discrezionale di cancellazione, in quanto la tipologia dei reati commessi, concernenti il gioco non lecito, incide sulla valutazione del possesso dei requisiti necessari per lo svolgimento dell'attività autorizzata, a tutela degli interessi pubblici sottesi alla regolamentazione del settore. Il fatto che le condanne siano state definite con il beneficio della sospensione condizionale della pena non esclude la loro rilevanza ai fini della verifica del possesso dei requisiti, in quanto tale circostanza non determina la loro automatica irrilevanza, ma comporta unicamente che le stesse non siano riportate nel certificato del casellario giudiziale rilasciato su richiesta dell'interessato, mentre restano iscritte nel casellario giudiziale e, pertanto, ostano all'iscrizione nell'elenco dei soggetti abilitati allo svolgimento di attività di raccolta di gioco mediante apparecchi con vincita in denaro.