La detenzione di un'arma da fuoco senza matricola, occultata all'interno di un'autovettura nella disponibilità dell'imputato, integra il reato di cui all'art. 23 della L. n. 110 del 1975, qualora risulti provata, sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi indiziari, la consapevolezza e volontarietà della condotta dell'imputato, senza che sia necessario accertare ulteriori circostanze relative all'antefatto o all'utilizzo dell'arma, essendo sufficiente la dimostrazione della materiale disponibilità e dell'occultamento dell'arma da parte dell'imputato. Il giudice di merito, nel valutare la prova indiziaria, deve seguire un metodo logico e coerente, dando conto in modo esaustivo delle ragioni che lo hanno condotto a ritenere provata la responsabilità dell'imputato, senza omettere di considerare eventuali ipotesi alternative prospettate dalla difesa, purché sorrette da elementi di prova. L'erronea applicazione della recidiva, qualora non dedotta in appello, non può essere fatta valere in sede di legittimità, in quanto preclusa dal divieto di cui all'art. 606, comma 3, c.p.p.