Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34738 del 13 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34738PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto anche dalla molteplicità dei fatti contestati, dalla modalità della condotta criminosa, dalla professionalità nell'attività illecita e dai precedenti penali, anche se non recenti, purché tali elementi consentano di formulare una concreta prognosi di reiterabilità della condotta delittuosa, indipendentemente dall'attualità della stessa. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di tale esigenza cautelare, deve rendere un'adeguata e logica motivazione sui parametri normativi previsti, senza che il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione possa spingersi oltre il controllo della correttezza e della coerenza di tale motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 12/03/2007 TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. CARCANO DOMENICO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. FEBBRARO Giuseppe, per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. VELLA Calogero.

RITENUTO IN FATTO

Che la difesa di Co.Pa. ricorre contro l'ordinanza in epigrafe indic…

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