Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9366 del 26 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:9366PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, accertato con perizia, non esclude la capacità di intendere e di volere dell'imputato, qualora la documentazione sanitaria e gli esiti peritali consentano di ritenere la sussistenza di un disturbo di personalità non idoneo ad escludere del tutto tale capacità. In tali casi, la motivazione del giudice di merito, che abbia adeguatamente valutato le richieste difensive e gli elementi probatori, non può essere censurata per carenza o illogicità, essendo congruamente fondata sugli accertamenti sanitari. Inoltre, l'attenuante della provocazione è incompatibile con la diminuente del vizio parziale di mente, quando vi sia sostanziale coincidenza tra lo stato d'ira e l'infermità mentale o quest'ultima abbia avuto preponderante incidenza sul primo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvan - rel. Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2059/2012 CORTE APPELLO di PALERMO, del 16/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/11/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona della Dott.ssa FODARONI ((omissis)) che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 14.6.11 il Giudice…

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