Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23764 del 7 luglio 2006

ECLI:IT:CASS:2006:23764PEN

Massima

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Il diritto di critica, costituzionalmente garantito, consente al giornalista di esprimere opinioni e valutazioni anche negative sull'operato di un soggetto pubblico, purché tali espressioni siano collegate a fatti veri e rilevanti per l'interesse pubblico, senza trascendere in attacchi personali gratuiti e inutilmente offensivi volti a colpire la figura morale del soggetto criticato. L'esercizio legittimo del diritto di critica non richiede la verifica preventiva della veridicità delle affermazioni di fatto, essendo sufficiente che le opinioni espresse siano argomentate sulla base di elementi oggettivi, anche se opinabili, senza eccedere i limiti della continenza e della pertinenza. Pertanto, il giornalista che, nel criticare l'operato di un soggetto pubblico, si mantenga entro tali limiti, non può essere ritenuto responsabile di diffamazione, anche qualora le sue valutazioni si rivelino in seguito erronee o discutibili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

In nome del popolo italiano

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

QUINTA SEZIONE PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

dott. Nardi Domenico Presidente

dott. Pizzuti Giuseppe Consigliere

dott. Colonnese Andrea Consigliere

dott. Rotella Mario Consigliere

dott. Nappi Aniello Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso proposto dalla parte civile Pr.Fi. nel procedimento penale a carico di Mo.Fr., n. a Sc. il (...)

avverso

la sentenza della Corte d'appello di Milano depositata il 27 aprile 2005

Sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. Aniello Nappi

Udite le conclusioni del P.M. Dr. Vincenzo Geraci che ha chiesto l'a.c.r. al giudice civile competente per l'appello 

Udito, per la parte civile, l'avv. Bo.Le.

uditi i  difensor

Motivi della decisione
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