Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3207 del 21 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:3207PEN

Massima

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Il concorso di una persona nel reato associativo non comporta automaticamente la sua responsabilità per i singoli reati-fine commessi nell'ambito dell'associazione, essendo necessario accertare il suo effettivo e consapevole contributo causale alla realizzazione di ciascuna specifica condotta delittuosa, in conformità ai principi generali in tema di concorso di persone nel reato. Pertanto, ai fini dell'applicazione di misure cautelari personali per i reati-fine, non è sufficiente la mera partecipazione all'associazione, ma occorrono gravi indizi di colpevolezza che dimostrino, sotto il profilo materiale e psicologico, il concorso dell'indagato nello specifico reato contestato, non potendosi desumere automaticamente tale responsabilità dal solo fatto dell'appartenenza all'organizzazione criminale. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, per costituire gravi indizi di colpevolezza ai sensi dell'art. 273 c.p.p., commi 1 e 1-bis, devono essere intrinsecamente attendibili e sorrette da riscontri esterni individualizzanti, in modo da assumere idoneità dimostrativa in relazione all'attribuzione del fatto-reato al soggetto destinatario della misura cautelare. Inoltre, la valutazione delle esigenze cautelari per il reato associativo, avente natura permanente, non può essere superata dalla mera circostanza che i gravi indizi risalgano nel tempo, non equivalendo tale elemento alla cessazione dell'attività criminosa e del collegamento con il contesto associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MARTELLA Ilario S - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli;

2) QU. Pa., nato (OMESSO) il (OMESSO);

3) MO. Ge., nato a (OMESSO) il (OMESSO);

4) MA. Pa., nato a (OMESSO) l'(OMESSO);

contro l'ordinanza del 6 aprile 2007 emessa dal Tribunale di Napoli;

visti gli atti, l'ordinanza denunziata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

udito il pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Do…

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