Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14372 del 2 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14372PEN

Massima

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La contraffazione di atti pubblici, anche se realizzata in modo non particolarmente sofisticato, integra il reato di falso ideologico quando abbia effettivamente indotto in errore il pubblico ufficiale incaricato della formazione dell'atto o il soggetto privato destinatario dello stesso, producendo un concreto effetto ingannevole. In tali casi, il reato di falso non può essere escluso sulla base della mera "grossolanità" della falsificazione, poiché il giudizio di riconoscibilità del falso deve tenere conto non solo delle caratteristiche intrinseche dell'atto, ma anche delle specifiche competenze e diligenza del soggetto che ne è venuto a conoscenza. Inoltre, qualora il falso abbia concretamente realizzato l'evento della truffa, l'applicazione dell'istituto del reato impossibile ex art. 49 c.p. risulta preclusa, in quanto la consumazione del reato di truffa esclude in radice l'impossibilità dell'evento dannoso o pericoloso. La valutazione della prova e della riconducibilità dei fatti all'imputato rientra nell'ambito del merito, sottratto al sindacato di legittimità, purché la motivazione sia logica e coerente con i dati probatori. Infine, la richiesta di concessione delle circostanze attenuanti generiche, se non adeguatamente argomentata in sede di gravame, non può essere proposta per la prima volta in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/11/2016 della CORTE di APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Elisabetta Maria Morosini;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Fimiani Pasquale, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Brescia ha confermato la condanna di (OMISSIS) pe…

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