Il provvedimento amministrativo che impone obblighi e prescrizioni a un soggetto determinato non può essere validamente impugnato da un soggetto terzo che non sia il diretto destinatario delle misure ivi contenute, in quanto difetta della necessaria legittimazione ad agire. Il principio di legittimazione ad agire, quale condizione di ammissibilità del ricorso, richiede che il ricorrente sia titolare di una posizione giuridica soggettiva lesa dal provvedimento impugnato, non essendo sufficiente un mero interesse di fatto o una generica posizione di controinteressato. Pertanto, il ricorso proposto da un soggetto diverso dal destinatario del provvedimento amministrativo deve essere dichiarato inammissibile per carenza di legittimazione, non potendo il giudice sindacare la legittimità di un atto che non produce effetti diretti nei confronti del ricorrente. Tale principio trova applicazione anche nel caso in cui il provvedimento impugnato sia diretto a imporre obblighi e prescrizioni in materia ambientale, atteso che la tutela dell'ambiente non legittima di per sé la proposizione di un ricorso da parte di qualunque soggetto, essendo necessario che il ricorrente dimostri di essere titolare di una posizione giuridica soggettiva incisa dal provvedimento impugnato.