Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20865 del 15 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20865PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni di proprietà di terzi estranei al procedimento penale è legittimo solo se l'accusa dimostra, anche attraverso presunzioni gravi, precise e concordanti, che tali beni siano nella disponibilità effettiva dell'indagato, a qualsiasi titolo, e non del terzo formalmente intestatario. Spetta al terzo, ove lo ritenga opportuno, l'onere di allegare elementi fattuali che comprovino la sua esclusiva proprietà del bene, senza che possa far valere eccezioni riguardanti la posizione dell'indagato. Il giudice della cautela deve esplicitare le ragioni della ritenuta interposizione fittizia, senza basarsi su meri elementi indiziari, ma su dati fattuali idonei a sostenere in modo diretto o indiretto l'assunto accusatorio. In caso di ricorso del terzo avverso il sequestro, il giudice è tenuto a motivare specificamente in ordine alla sussistenza dei presupposti per la misura cautelare reale, senza poter richiamare principi generali in tema di sequestro preventivo riferibili solo all'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

2. (OMISSIS) nata il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 10/10/2012 del Tribunale di Cuneo;

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto.

FATTO

1. Con ordinanza in data 20/12/2010, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cuneo resping…

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