Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 7228 del 2020

ECLI:IT:TARLAZ:2020:7228SENT

Massima

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Il vincolo di inedificabilità assoluta imposto prima della realizzazione di un'opera edilizia, ai sensi dell'art. 33, commi 1, lett. d), e 3, della legge n. 47 del 1985, comporta l'impossibilità di sanare l'abuso edilizio, a prescindere dall'accertamento della pericolosità dell'opera per la circolazione stradale. Il parere negativo dell'autorità preposta alla tutela del vincolo, reso in applicazione di tale disposizione, è atto vincolato e idoneo a precostituire in modo ineluttabile l'esito del procedimento di condono, senza che il Comune possa discostarsi da esso. Pertanto, il diniego di condono edilizio fondato sull'esistenza di un vincolo di inedificabilità assoluta, come quello relativo alla fascia di rispetto autostradale, non richiede la previa verifica della concreta pericolosità dell'opera per la sicurezza della circolazione, essendo sufficiente l'accertamento dell'incompatibilità oggettiva tra il manufatto abusivo e il vincolo imposto prima della sua realizzazione. Inoltre, il mancato rispetto del termine di 180 giorni per l'espressione del parere da parte dell'autorità preposta alla tutela del vincolo non determina l'obbligo per il Comune di prescindere da tale parere, in quanto il silenzio-rifiuto è comunque impugnabile dal richiedente. Infine, la legittimità del provvedimento di diniego di condono deve essere valutata con riferimento ai presupposti di fatto e di diritto esistenti al momento della sua adozione, senza che assumano rilievo eventuali modifiche sopravvenute, come l'inclusione dell'area nel centro abitato.

Sentenza completa

Pubblicato il 26/06/2020

N. 07228/2020 REG.PROV.COLL.

N. 06959/2006 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Stralcio)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6959 del 2006, proposto da ((omissis)), rappresentata e difesa dall’avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via N. Marchese 10, nonché da ((omissis)), ((omissis)) e ((omissis)), nella qualità di eredi della ricorrente, rappresentati e difesi dall’avv. ((omissis)), con domicilio digitale eletto presso l’indirizzo p.e.c. [email protected];

contro

Comune di Roma (ora Roma Capitale), in persona del Sindaco
p.t.
, rappresentato e difeso dall’avv. ((omissis)) dell’Avvocatura civica, presso i cui uffici è domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove 21;

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