Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19106 del 14 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:19106PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, abbia la disponibilità diretta del denaro pubblico e lo appropri, anche con artifici e raggiri, integra il delitto di peculato, a prescindere dalla sussistenza di un accordo con un soggetto estraneo alla pubblica amministrazione, il quale risponde a titolo di concorso nel medesimo reato. Ciò in quanto il peculato sanziona il tradimento della fiducia riposta nell'agente pubblico, al quale l'ordinamento ha conferito il potere di disporre autonomamente del denaro affidatogli per finalità istituzionali, la cui successiva appropriazione integra gli estremi del reato, a differenza della truffa in cui l'impossessamento è conseguenza diretta degli artifici e raggiri. Pertanto, il pubblico ufficiale che, pur avendo la disponibilità del denaro pubblico, ometta di versarlo e predisponga false attestazioni di pagamento, in concorso con un soggetto estraneo alla pubblica amministrazione, risponde del delitto di peculato, a prescindere dalla prova di un accordo tra i concorrenti o di un vantaggio personale ottenuto da quest'ultimo, essendo sufficiente la consapevolezza della qualifica pubblica del concorrente e la condivisione della condotta appropriativa. La pena applicata, anche se appena superiore al minimo edittale, è adeguatamente motivata in relazione alla gravità complessiva del fatto, alla durata della condotta illecita e alle circostanze attenuanti riconosciute.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI Paola - Relatrice

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
1. De.Vi., nato il (Omissis) a P.
2. Qu.Fr., nato il (Omissis) a M.
avverso la sentenza del 12/05/2023 della Corte di appello di Taranto;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dalla Consigliera Paola Di Nicola Travaglini;
sentita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Se.Vi., che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata limitatamente ai delitti di cui ai capi A) e B), con declaratoria di irrevocabilità della sentenza …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.