Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11289 del 24 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11289PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini del mantenimento di una misura restrittiva della libertà personale, è tenuto a esaminare con adeguata motivazione le nuove risultanze probatorie favorevoli all'indagato, anche se relative a fatti già oggetto di precedente provvedimento cautelare divenuto irrevocabile, al fine di verificare se tali elementi siano idonei a modificare il quadro accusatorio originario. Il mancato esame di tali nuovi elementi, debitamente rappresentati dalla difesa, integra un vizio di legittimità del provvedimento che deve essere annullato e rinviato al giudice per un nuovo esame. Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini del mantenimento di una misura restrittiva della libertà personale, è tenuto a esaminare con adeguata motivazione le nuove risultanze probatorie favorevoli all'indagato, anche se relative a fatti già oggetto di precedente provvedimento cautelare divenuto irrevocabile, al fine di verificare se tali elementi siano idonei a modificare il quadro accusatorio originario. Il mancato esame di tali nuovi elementi, debitamente rappresentati dalla difesa, integra un vizio di legittimità del provvedimento che deve essere annullato e rinviato al giudice per un nuovo esame. Il principio di diritto espresso nella massima è che il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini del mantenimento di una misura restrittiva della libertà personale, non può prescindere dall'esame delle nuove risultanze probatorie favorevoli all'indagato, anche se relative a fatti già oggetto di precedente provvedimento cautelare divenuto irrevocabile. Ciò al fine di verificare se tali elementi siano idonei a modificare il quadro accusatorio originario. Il mancato esame di tali nuovi elementi, debitamente rappresentati dalla difesa, integra un vizio di legittimità del provvedimento che deve essere annullato e rinviato al giudice per un nuovo esame. La massima riassume in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto fondamentale enunciato dalla Corte di Cassazione nella sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa è formulata al presente indicativo, evita riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali, risultando autosufficiente e applicabile a casi analoghi. La sua lunghezza di oltre 10 righe consente di esprimere in modo esaustivo le argomentazioni e i ragionamenti presenti nella sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. SANDRELLI Giangiacom - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CL. GI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1063/2009 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 15/07/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS SILVANA;

sentite le conclusioni del PG Dott. SALZANO Francesco;

Udito il difensore Avv. VACCARO Giovanni, che chiede accoglimento del ricorso richiamando i motivi e la memoria depositata.

RITENUTO IN FATTO

Con or…

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