Il vincolo di inedificabilità assoluta previsto dall'art. 9 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale di un Comune, che qualifica una determinata zona come "Territorio di notevole interesse paesistico" in cui "è vietata ogni costruzione anche a carattere provvisorio", costituisce un vincolo di natura paesaggistico-ambientale imposto dallo strumento urbanistico generale, il quale, ai sensi dell'art. 33, lett. a), della legge n. 47/1985, determina l'impossibilità di sanare le opere abusive realizzate in tale area, a prescindere dall'epoca di realizzazione delle stesse. Pertanto, il diniego di condono edilizio fondato su tale vincolo di inedificabilità assoluta risulta legittimo, non potendo trovare applicazione le disposizioni transitorie di cui all'art. 1-quinquies della legge n. 431/1985, che prevedono un regime di mera salvaguardia fino all'approvazione dei piani paesaggistici, in quanto tale regime non è annoverabile tra i vincoli di inedificabilità assoluta rilevanti ai fini dell'art. 33 della legge n. 47/1985. La qualificazione urbanistica della zona come "Territorio di notevole interesse paesistico" non ha mera finalità descrittiva e classificatoria, ma introduce un vincolo di inedificabilità assoluta, la cui applicazione non è esclusa dalla circostanza che l'area sia completamente urbanizzata e contenga numerosi manufatti per civile abitazione, attività artigianali, esercizi commerciali e di ristorazione, oltre a un locale nosocomio.