Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1225 del 10 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1225PEN

Massima

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Il vincolo di continuazione tra reati può essere riconosciuto anche quando le condotte criminose siano state poste in essere in diverse occasioni e nei confronti di più persone, purché sussistano elementi significativi che rivelino l'unicità del disegno criminoso, quali l'omogeneità delle fattispecie violate, la non rilevante distanza temporale tra gli episodi e la tipologia dei reati, a prescindere dalla circostanza che le condotte siano state realizzate in circostanze diverse e nei confronti di soggetti conosciuti dall'agente. Il giudice, nel valutare la sussistenza del vincolo di continuazione, deve pertanto privilegiare un approccio incentrato sull'accertamento di indici sintomatici dell'unitarietà del programma criminoso, senza farsi condizionare dalla mera molteplicità di vittime o dalla diversità delle circostanze in cui le singole condotte sono state poste in essere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 39/2012 TRIBUNALE di PALERMO, del 16/03/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE SANTALUCIA;

lette le conclusioni del PG. che ha chiesto l'annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale di Palermo, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha rigettato la richiesta di (OMISSIS), diretta al riconoscimento del vincolo di continuazione tra reati giudi…

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