Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34182 del 5 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34182PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per il reato di diffamazione commesso attraverso pubblicazioni su internet deve essere accertata sulla base di elementi di prova certi e non su meri sospetti o ipotesi, essendo necessaria una disamina approfondita delle emergenze processuali al fine di identificare con certezza il destinatario delle espressioni diffamatorie e l'autore della pubblicazione. Il giudice non può fondare la propria decisione di condanna su una serie di fragili elementi indiziari, come la mera disponibilità di un computer o l'utilizzo di un soprannome, senza una compiuta dimostrazione del nesso causale tra la condotta e l'evento diffamatorio. La motivazione della sentenza deve esporre in modo chiaro e logico il percorso argomentativo seguito per giungere all'accertamento della responsabilità, senza basarsi su mere supposizioni o interpretazioni opinabili di indizi. Solo attraverso un'accurata valutazione di tutti i dati probatori, in assenza di ragionevoli dubbi, è possibile affermare la colpevolezza dell'imputato per il reato contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo Mari - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3/2013 GIUDICE DI PACE di POLIZZI GENEROSA, del 14/04/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SAVANI PIERO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per il rigetto.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

IN FATTO E DIRITTO

Con la sentenza in epigrafe il Gi…

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