La concessione di un bene pubblico, pur essendo rinnovabile di triennio in triennio, non comporta un rinnovo automatico alla scadenza, essendo necessario il previo espletamento di una nuova procedura di evidenza pubblica per l'individuazione del futuro concessionario, in ossequio ai principi di derivazione comunitaria che impongono il ricorso a procedure concorrenziali per l'affidamento di concessioni di beni pubblici. Pertanto, il mancato rinnovo della concessione alla sua naturale scadenza, in assenza di una manifestazione di interesse del concessionario uscente entro il termine previsto dal bando, non costituisce un provvedimento di revoca, bensì una disdetta di tipo civilistico, che non richiede una specifica motivazione, né il rispetto di particolari formalità procedimentali, essendo coerente con il quadro normativo vigente. Inoltre, il riparto di competenze all'interno dell'ente locale, al fine di rispondere ad esigenze organizzative interne, rientra nella discrezionalità dell'amministrazione e non determina vizi di legittimità dell'atto di mancato rinnovo della concessione.