Il reato associativo di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 ha natura permanente, per cui la competenza territoriale si radica, ai sensi dell'art. 8 c.p.p., comma 3, nel luogo in cui ha avuto inizio la consumazione, ovvero dove si trova la base operativa dell'associazione, ove si svolgono la programmazione, l'ideazione e la direzione delle attività criminose, indipendentemente dal luogo di acquisto della sostanza stupefacente. Ai fini della legittimità delle intercettazioni disposte in via d'urgenza dal pubblico ministero ai sensi dell'art. 267 c.p.p., una volta intervenuta la convalida del giudice, è preclusa ogni discussione sulla sussistenza del requisito dell'urgenza, rimessa alla valutazione discrezionale dell'organo procedente, mentre eventuali ritardi nell'attivazione delle operazioni intercettative, attinenti alla fase esecutiva, non inficiano la validità e l'utilizzabilità dei risultati, purché le stesse siano coperte per tutta la loro durata da un titolo autorizzativo emesso dal giudice. Inoltre, l'omissione nel decreto di convalida di un riferimento esplicito all'intercettazione ambientale, se integrata da un successivo provvedimento di integrazione, non determina l'inutilizzabilità dei risultati, in quanto il decreto di convalida, anche se richiamato "per relationem", deve ritenersi adeguatamente motivato.