Il possesso dei requisiti di ammissione a un pubblico concorso, pur se non formalmente indicati in modo puntuale nella domanda di partecipazione, deve essere valutato in modo sostanziale, privilegiando l'interpretazione più favorevole alla partecipazione del maggior numero di candidati, in applicazione del principio del "favor partecipationis", laddove le clausole del bando di concorso non siano sufficientemente chiare. In tal caso, la dichiarazione resa dal candidato non può essere considerata "non veritiera" ai fini dell'applicazione della sanzione della decadenza, prevista dall'art. 75 del D.P.R. n. 445/2000, in assenza della prova della consapevolezza dell'immutatio veri da parte del dichiarante. L'Amministrazione, pertanto, non può procedere alla decadenza del candidato dall'impiego conseguito all'esito del concorso, qualora accerti che lo stesso, pur non possedendo formalmente il requisito richiesto dal bando, fosse comunque in possesso di titoli abilitativi equivalenti o comunque idonei allo svolgimento delle mansioni previste, in applicazione del principio di tutela dell'affidamento incolpevole del partecipante.