Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 466 del 2005

ECLI:IT:TARLAZ:2005:466SENT

Massima

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Il sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente comporta l'improcedibilità del ricorso amministrativo, in applicazione dell'art. 26, ultimo comma, della legge n. 1034 del 1971, come sostituito dall'art. 9 della legge n. 205 del 2000. Il Tribunale Amministrativo Regionale, accertata la completezza del contraddittorio e dell'istruttoria, dichiara il ricorso improcedibile per la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente, compensando le spese di causa tra le parti. Tale principio di diritto trova applicazione nei casi in cui, successivamente all'instaurazione del giudizio amministrativo, vengano meno le ragioni che hanno determinato l'interesse all'impugnazione dell'atto, rendendo così il ricorso privo di utilità pratica per il ricorrente. In tali ipotesi, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, in quanto la sopravvenuta carenza di interesse impedisce l'esame del merito della controversia e la pronuncia di una decisione di accoglimento o di rigetto. La declaratoria di improcedibilità per difetto di interesse sopravvenuto consente di evitare un inutile dispendio di attività processuale, garantendo al contempo il rispetto del principio di economia processuale e di ragionevole durata del processo amministrativo. Essa, inoltre, tutela l'affidamento della controparte, impedendo che il ricorso possa essere riattivato in un momento successivo, qualora l'interesse del ricorrente dovesse nuovamente riemergere. In tal modo, il giudice amministrativo assicura l'effettività della tutela giurisdizionale, evitando pronunce meramente dichiarative o di mero accertamento privi di utilità pratica per le parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL LAZIO Sezione Prima Bis ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso n. 15070/1994 proposto dalla Soc. MILES a r.l., rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)) presso il cui studio è elettivamente domiciliata in Roma, via Alessandria n. 130; contro l'Azienda Ospedaliera S. Camillo – C. Forlanini – L. Spallanzani, in persona del legare rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)) ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in Roma, ((omissis)) n. 88 e nei confronti di Soc. Zucchet, in proprio e quale capogruppo del R.T.I. Zucchet-((omissis)), in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)), presso il cui studio è elettivamente domiciliata in Roma, via della Scrofa n. 47; per l'annullamento della deliberazione n. 0296 del 17.10.1994 del Direttore Generale della A.O. S. Camillo…

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