Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36835 del 26 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:36835PEN

Massima

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Il delitto di resistenza a pubblico ufficiale richiede, ai fini della sua integrazione, che il comportamento dell'agente sia tenuto con il fine specifico di ostacolare l'attività pertinente al pubblico ufficio o servizio in atto. Pertanto, un comportamento, pur eventualmente illecito ad altro titolo, che non risulti sorretto da tale finalità specifica, non integra il delitto di resistenza a pubblico ufficiale, difettando l'elemento soggettivo del dolo richiesto dalla fattispecie. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza della gravità indiziaria in relazione a tale reato, deve pertanto accertare se la condotta dell'indagato sia stata effettivamente diretta a impedire o ostacolare l'attività del pubblico ufficiale, non essendo sufficiente la mera contrarietà o opposizione materiale all'intervento di quest'ultimo. La valutazione in tal senso operata dal giudice di merito, se congruamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, rientrando nell'ambito dell'accertamento in fatto riservato al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' ((omissis)) - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di NOCERA INFERIORE;

nei confronti di:

1) DE. MA. GA., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 28/03/2008 TRIB. LIBERTA' di SALERNO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERPICO FRANCESCO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dr. MONETTI Vito intese al rigetto del ricorso;

udito il difensore Avv. FUSARO N. che ha conclu…

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