Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4023 del 30 gennaio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:4023PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può sindacare esclusivamente la violazione di legge, essendo preclusa la possibilità di censurare la motivazione per vizi di illogicità o contraddittorietà, salvo i casi di motivazione inesistente o meramente apparente. Pertanto, il ricorso per cassazione è ammesso soltanto per denunciare l'erronea applicazione della legge da parte del giudice di merito nella valutazione dei presupposti legittimanti l'adozione della misura di prevenzione, non potendosi porre in discussione la congruità e la logicità dell'iter argomentativo seguito dal giudice di appello nel riconoscere la sussistenza dei requisiti di legge per l'applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, in quanto tale sindacato esula dai limiti del giudizio di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina Anna Rosaria - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Relatore

Dott. DI GIOVINE Ombretta - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Va.Ve., nato in E il (Omissis)
avverso il decreto del 15 giugno 2023 emesso dalla Corte di appello di Genova
visti gli atti, il decreto impugnato e il ricorso;
udita la relazione del consigliere Di Geronimo Paolo;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona della Sostituta Procuratrice generale Tassone Kate, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Genova confermava la sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza special…

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