Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che la disciplina regionale in materia di condono edilizio, anche se successiva alla presentazione della domanda di condono, trova applicazione in luogo della normativa statale, senza che ciò possa dar luogo a un legittimo affidamento del privato. Pertanto, il diniego di concessione in sanatoria disposto dal Comune sulla base della legge regionale n. 53/2004, che non consente la sanatoria di interventi edilizi realizzati in assenza di titolo, è legittimo, non essendo configurabile alcuna violazione del principio di irretroattività delle disposizioni sanzionatorie. Inoltre, l'ordine di demolizione dell'opera abusiva, essendo un provvedimento vincolato, non necessita di una motivazione rafforzata, mentre l'eventuale acquisizione dell'immobile al patrimonio comunale non riveste carattere lesivo per il privato fino all'effettiva esecuzione della demolizione. Infine, la mancata formazione del silenzio-assenso sulle istanze di condono è giustificata dalla peculiare disciplina regionale che richiede il rilascio di un titolo abilitativo espresso, nonché dall'incompletezza della documentazione presentata dai richiedenti.