Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La Corte di Cassazione, nel giudizio di legittimità, dichiara inammissibili i ricorsi, principale e incidentale, che non rispettano il requisito di cui all'art. 366, comma 1, n. 6 c.p.c., in quanto i ricorrenti si limitano a richiamare atti e documenti del giudizio di merito senza debitamente riprodurli nel ricorso e senza fornire puntuali indicazioni necessarie ai fini della loro individuazione con riferimento alla sequenza dello svolgimento del processo, rendendo così impossibile l'esame della documentazione da parte della Corte. La mancanza anche di una sola di tali indicazioni determina l'inammissibilità del ricorso. Inoltre, il vizio di motivazione non può essere dedotto inammissibilmente come error in procedendo ex art. 112 c.p.c., senza formulare la specifica censura ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 4 c.p.c. In presenza di reciproca soccombenza, le spese del giudizio di cassazione sono compensate tra le parti, con onere di versamento del contributo unificato a carico dei ricorrenti, sia in via principale che incidentale.