Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43630 del 21 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:43630PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione della custodia cautelare in carcere, deve essere valutato in concreto sulla base di elementi idonei a dimostrare la persistenza della pericolosità sociale dell'indagato, senza che sia necessaria la prova dell'imminenza della commissione di un nuovo reato. In particolare, nel caso di delitti aggravati dalla finalità di agevolare l'attività di associazioni di tipo mafioso, la contestazione di tale aggravante determina una presunzione relativa di attualità del pericolo di recidiva, superabile solo dalla prova, offerta dall'interessato, di elementi da cui desumere l'affievolimento o la cessazione di ogni esigenza cautelare. Pertanto, in assenza di tale prova, il giudice può fondare la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato sul perdurare dell'appartenenza dell'indagato all'associazione criminale, anche in assenza di manifestazioni di pericolosità recenti, purché risulti che il soggetto non si sia dissociato dal contesto delinquenziale in cui ha commesso i reati contestati. Inoltre, la scelta della misura cautelare più afflittiva, quale la custodia in carcere, è adeguatamente motivata dalla gravità dei fatti, dalla personalità negativa dell'indagato e dall'entità della condanna subita, in assenza di elementi specifici che rendano praticabili misure meno coercitive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfred - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/01/2017 dei TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. MURA ANTONIO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
Udito il difensore;
LA DIFESA SI RIPORTA AL RICORSO.
FATTO E DIRITTO
1. Con l'ordinanza di cui in epigrafe il tribunale di Napoli, in funzione di tribunale del riesame, adi…

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