Il vincolo paesaggistico sull'area, ai sensi del D.M. 28 marzo 1985, costituisce causa ostativa all'accoglimento dell'istanza di accertamento di conformità edilizia ed urbanistica ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001, in quanto le opere realizzate in assenza di titolo abilitativo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico sono considerate eseguite in totale difformità dalla normativa vigente e, pertanto, non suscettibili di sanatoria. L'amministrazione comunale, in presenza di tale vincolo, è legittimata a rigettare in radice la richiesta di accertamento di conformità, senza necessità di interpellare la Soprintendenza, in quanto ciò si risolverebbe in un inutile aggravio procedimentale, in violazione del principio di economicità e di efficienza dell'azione amministrativa. Inoltre, la mancata comunicazione di avvio del procedimento e di altri adempimenti partecipativi non inficia la legittimità del provvedimento finale di rigetto, in quanto trattasi di procedimento vincolato, in cui l'amministrazione non ha margini di discrezionalità. Pertanto, in presenza di un vincolo paesaggistico sull'area, l'amministrazione è tenuta a rigettare l'istanza di accertamento di conformità e ordinare la demolizione delle opere abusive, senza possibilità di deroghe, nemmeno per ragioni di carattere sociale o familiare del richiedente.