L'autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata dalla Regione Campania a un'impresa per un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e rigenerazione di oli usati, preesistente sul territorio comunale, è legittima nonostante le censure del Comune circa l'incompatibilità urbanistica parziale, la volontà di delocalizzazione delle attività insalubri, le presunte carenze istruttorie e motivazionali, nonché la violazione del piano regionale di risanamento della qualità dell'aria. L'AIA, infatti, costituisce l'esito di un procedimento complesso svolto in conferenza di servizi, nel quale la Regione ha operato una sintesi degli interessi pubblici coinvolti, senza essere vincolata al parere contrario del Comune, che non vanta un potere di veto. Inoltre, l'impianto, realizzato in epoca antecedente al vigente strumento urbanistico, risulta legittimamente esistente, con la sola parziale incompatibilità sopravvenuta, che non può giustificare il diniego dell'autorizzazione. Parimenti, la successiva modifica non sostanziale dell'AIA, con l'inserimento di nuovi codici CER rientranti nel limite del 10% e compatibili con le potenzialità dell'impianto, è stata legittimamente approvata dalla Regione, senza necessità di una nuova autorizzazione integrale.