Cassazione penale Sez. III sentenza n. 39882 del 26 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39882PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la possibilità di oblazione a seguito di una diversa qualificazione giuridica del fatto operata in sentenza, ritiene che tale facoltà debba essere riconosciuta all'imputato solo qualora egli l'abbia tempestivamente richiesta con riferimento alla contestazione iniziale o a quella modificata nel corso del giudizio. Ciò in quanto la diversa qualificazione giuridica operata dal giudice al termine del dibattimento rappresenta un esito fisiologico del contraddittorio, che non può essere considerato una violazione dei diritti della difesa. Pertanto, il giudice di legittimità esclude la possibilità di sollevare una questione di legittimità costituzionale per violazione del principio di uguaglianza, in quanto la differenza di trattamento tra l'imputato che ha tempestivamente richiesto l'oblazione e quello che non l'ha fatto è da ritenersi legittima, non essendo riconducibile a una situazione patologicamente inconferente della contestazione iniziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - rel. Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 22/6/2011 del Tribunale di Pisa, che lo ha condannato alla pena di 2.000,00 euro di ammenda per il reato previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, articolo 44, lettera a), cosi' modificata l'originaria rubrica, accertato il (OMISSIS);

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MARINI Luigi;

udito il Pubblico Ministero,…

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