Cassazione penale Sez. II sentenza n. 1289 del 19 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:1289PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce, costringe altri a compiere un atto di disposizione patrimoniale dannoso per la vittima e vantaggioso per sé o per terzi, anche qualora la minaccia consista nell'esercizio di una facoltà o di un diritto apparentemente legittimo, ma utilizzato in modo abusivo e contra ius per ottenere scopi non consentiti o risultati non dovuti. L'ingiustizia del profitto perseguito prevale sull'apparente liceità del mezzo coattivo adoperato, essendo irrilevante che la coazione lasci in chi la subisce una certa libertà di scelta. Inoltre, il reato di estorsione può configurarsi anche nei confronti di soggetti non direttamente debitori, ma comunque danneggiati dalla sottoscrizione di titoli di credito, in quanto il danno può essere indiretto, come nel caso di coniuge in regime di comunione legale dei beni, il cui patrimonio familiare subisce le conseguenze negative dell'esecuzione forzata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CI. PA. nata il (OMESSO);

avverso la sentenza del 22/10/2009 della Corte di Appello di L'Aquila;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. Carmine Stabile che ha concluso per il rigetto.

FATTO

p.1. Con sentenza del 22/10/2009, la Corte di Appello di L'Aquila, confermava la sentenza pronunciata in data 19/7/2005 dal Tribunale di Chie…

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