Il sequestro preventivo di una somma di denaro ai sensi dell'art. 321 c.p.p., comma 2, finalizzato alla confisca facoltativa ex art. 240 c.p., comma 2, richiede una motivazione che indichi specificamente le ragioni per le quali, nelle more del procedimento, il bene potrebbe essere modificato, disperso o utilizzato, al fine di giustificare l'anticipazione dell'effetto ablativo della confisca rispetto alla definizione del giudizio. Non è sufficiente un mero richiamo alla natura della cosa come pertinente al reato o potenzialmente idonea a favorire la commissione di ulteriori illeciti, senza l'indicazione di elementi concreti che dimostrino il periculum in mora. Inoltre, il giudice deve precisare a quale specifica ipotesi di confisca facoltativa prevista dall'art. 240 c.p., comma 2, intende fare riferimento, non potendo limitarsi a un generico richiamo alla norma. Infine, ove la difesa abbia dedotto la provenienza lecita almeno parziale della somma, il giudice è tenuto a esaminare tali deduzioni e a motivare adeguatamente il rigetto, non potendo fondarsi su una mera presunzione di illiceità.