Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 6291 del 2022

ECLI:IT:TARLAZ:2022:6291SENT

Massima

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I vincoli di piano regolatore generale si distinguono in vincoli aventi natura conformativa, che suddividono il territorio comunale in zone con destinazioni urbanistiche omogenee, incidendo su una generalità di beni e nei confronti di una pluralità indifferenziata di soggetti in ragione delle caratteristiche intrinseche delle aree, e vincoli aventi natura espropriativa, che riservano alla mano pubblica l'edificazione in una specifica area o svuotano sostanzialmente di contenuto il diritto di proprietà su un determinato bene. La destinazione di un'area a "verde pubblico - verde urbano" costituisce espressione della potestà conformativa del pianificatore, avente validità a tempo indeterminato, e non coincide di per sé con l'imposizione di un vincolo espropriativo. I vincoli di destinazione per attrezzature e servizi, fra i quali rientra il verde pubblico attrezzato, realizzabili anche ad iniziativa privata o promiscua in regime di economia di mercato, hanno carattere particolare, ma sfuggono allo schema ablatorio e alle connesse garanzie costituzionali in termini di alternatività tra indennizzo e durata predefinita, non costituendo vincoli espropriativi, bensì soltanto conformativi, funzionali all'interesse pubblico generale. In particolare, la disciplina dettata dall'art. 26 delle N.T.A. del P.R.G., che prevede la possibilità per i privati titolari dei terreni inclusi nella sottozona F2 "Verde pubblico di quartiere" di realizzare attrezzature e costruzioni conformi alle specifiche destinazioni d'uso, previa approvazione dei relativi progetti da parte del Consiglio comunale, nonché la possibilità di realizzare e gestire impianti sportivi, non preclude l'iniziativa imprenditoriale privata, dovendosi solo rispettare l'obiettiva vocazione del luogo e sottoporre i progetti all'approvazione comunale. Pertanto, tale vincolo ha natura conformativa e non espropriativa. Inoltre, le scelte pianificatorie, ivi comprese quelle dirette al reperimento degli standard minimi di cui al D.M. n. 1444/68, rientrano nella discrezionalità dell'amministrazione comunale, la quale può adottare una variante generale di P.R.G. funzionale ad un complessivo riordino dell'assetto territoriale, anche in considerazione dell'edilizia spontaneamente sorta e della necessità di assicurare la corretta dotazione di standard.

Sentenza completa

Pubblicato il 18/05/2022

N. 06291/2022 REG.PROV.COLL.

N. 03680/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Quater)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3680 del 2010, proposto da
Soc Bottoni Edilizia S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Mario Lupi e Francesca Lupi, con domicilio eletto presso lo studio Mario Lupi in Roma, Lung.re dei Mellini, 10;

contro

Comune di Ardea, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Elena Provenzani, con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Ruggero Fauro, 43;

per l'annullamento

della determina dirigenziale n. prot. gen. urb. 8831 del 22.02.2010 del Comune di Ardea;

Visti il ricorso e …

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