Il comune può disciplinare in via esclusiva l'uso di una piazza pubblica, anche se realizzata su suolo privato con contributo pubblico, in quanto destinata dal piano regolatore e dal piano particolareggiato a viabilità, parcheggi e giardini pubblici. Tale destinazione urbanistica, indipendentemente dalla configurabilità di una servitù di uso pubblico, giustifica il diniego di autorizzazione all'istituzione di un parcheggio a pagamento da parte del privato proprietario, in quanto oggettivamente incompatibile e di ostacolo alla realizzazione della viabilità pubblica e dei giardini. Il comune, pertanto, non è tenuto a rilasciare l'autorizzazione richiesta ai sensi dell'art. 86 r.d. n. 773 del 1931, né viola i principi di cui agli artt. 42 e 97 Cost. negandola, in quanto la disciplina esclusiva dell'uso pubblico del bene rientra nei suoi poteri di gestione e tutela del demanio e del patrimonio comunale. L'eventuale tolleranza pregressa dell'attività abusiva di parcheggio non preclude al comune di porre fine a tale situazione, essendo tenuto a garantire la destinazione pubblica dell'area.