Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32506 del 30 agosto 2010

ECLI:IT:CASS:2010:32506PEN

Massima

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Il concorso nel reato di detenzione e porto illegale di armi clandestine non può essere desunto dalla mera partecipazione a una riunione riconducibile a un contesto mafioso, in cui siano state portate delle armi, in assenza di specifiche condotte dell'indagato inerenti alle armi stesse. La consapevolezza della presenza di armi e della loro destinazione all'attività del gruppo criminale può al più rilevare ai fini della contestabilità dell'aggravante di cui all'art. 416-bis, comma 4, c.p. per il delitto associativo, ma non integra di per sé gli elementi costitutivi del concorso nel reato di detenzione e porto illegale di armi. Pertanto, ai fini dell'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per tali reati, è necessario che emergano a carico dell'indagato elementi indiziari specifici e concreti, che ne dimostrino il diretto coinvolgimento nella detenzione e nel porto delle armi, oltre alla mera conoscenza della loro presenza e destinazione nell'ambito dell'attività del gruppo criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Co. Ma. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catania, depositata in data 17.3.2010.

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. Piercamillo Davigo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che l'ordinanza impugnata sia annullata senza rinvio, Udito il difensore.

osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

Co…

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