Cassazione penale Sez. III sentenza n. 51046 del 29 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:51046PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare di custodia in carcere, pur essendo la misura più afflittiva, può essere legittimamente applicato quando, sulla base di un giudizio prognostico, risulti che la pena detentiva irroganda non sarà inferiore a tre anni, tenuto conto della gravità del fatto, della personalità dell'indagato e della sua condotta processuale. Tuttavia, il giudice deve motivare in modo adeguato e logico tale prognosi, non potendo limitarsi ad affermazioni generiche, ma dovendo esplicitare le specifiche ragioni per le quali ritiene che non ricorreranno le condizioni per l'applicazione di una pena inferiore ai tre anni, come il riconoscimento di circostanze attenuanti o l'accesso a riti alternativi. Inoltre, il giudice deve valutare la possibilità di applicare misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, tenendo conto delle specifiche condizioni dell'indagato e della sua proposta di scontare la misura in un domicilio alternativo idoneo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FRANCO Amedeo - Presidente

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. MANZON Enrico - Consigliere

Dott. SOCCI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso la ordinanza del tribunale del riesame di REGGIO CALABRIA in data 21/09/2015;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. SCARCELLA Alessio;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO R., che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso per rinuncia.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza emessa …

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