Il reato di usura continuata, aggravato dal metodo mafioso, è configurabile quando le risultanze probatorie, in particolare le intercettazioni telefoniche, dimostrino in modo grave, preciso e concordante che l'attività usuraria sia stata svolta in collegamento con gli interessi di un'associazione criminale di tipo mafioso, di cui l'agente abbia consapevolmente agevolato le attività. In tali casi, il giudice può legittimamente riconoscere l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991, conv. in l. n. 203/1991, e determinare la pena tenendo conto della gravità del fatto, del contesto delinquenziale in cui si è inserito e della personalità dell'agente, senza che ciò contrasti con l'eventuale riduzione della pena rispetto a quella inizialmente inflitta dal giudice di primo grado. Inoltre, la confisca di un bene immobile può essere disposta quando il valore dello stesso risulti sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall'imputato, senza che sia necessaria un'analitica valutazione peritale, essendo sufficiente una stima sommaria basata sul numero dei vani e sulla localizzazione dell'immobile.