Il contratto di concessione per la gestione di un bene pubblico, anche se qualificato come "affidamento della gestione", deve essere interpretato in buona fede secondo il suo contenuto complessivo, tenendo conto della volontà delle parti espressa nella clausola sulla durata e sul rinnovo automatico del rapporto. In assenza di una chiara e motivata manifestazione di volontà dell'amministrazione di recedere anticipatamente dal contratto per sopravvenuti motivi di interesse pubblico, il concessionario può legittimamente fare affidamento sulla durata trentennale del rapporto, risultante dalla previsione di tre rinnovi automatici decennali. L'amministrazione, pertanto, non può procedere unilateralmente allo sgombero del bene concesso, senza adeguata motivazione in ordine alle ragioni di interesse pubblico che giustifichino la revoca anticipata della concessione, dovendo altresì riconoscere un congruo indennizzo al concessionario per la lesione del suo affidamento.