Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30432 del 21 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:30432PEN

Massima

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Il vincolo di continuazione tra reato associativo e reati-fine non sussiste in modo automatico, ma richiede la concreta verifica di una previa ed unitaria progettualità che leghi il reato associativo e quello "fine", e questi ultimi tra loro, in una previsione concreta e reale, non meramente possibilistica. L'omogeneità delle condotte e la sistematicità protratta delle stesse non sono di per sé sufficienti a fondare il vincolo di continuazione, potendo piuttosto integrare il diverso concetto dell'abitualità nel delitto o dello stile criminoso di vita, non confondibile con l'istituto di cui all'art. 81 comma 2 c.p. Pertanto, ai fini del riconoscimento del vincolo di continuazione, è necessario l'emergere di elementi specifici e concreti di connessione, in funzione di una provata previa ed unitaria progettualità con e tra i singoli fatti di reato, il che non può essere desunto in modo automatico dalla mera ripetitività e sistematicità delle condotte criminose.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIRONI ((omissis)) - Consigliere

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. VI. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/10/2007 CORTE APPELLO di GENOVA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ZAMPETTI UMBERTO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)), che ha richiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1. Con ordinanza in data 27.09.207 - 10.10.2007 la Corte d'appello di Genova, in funzione di giudice dell'esecuzione, respingeva l'istanza proposta da …

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